Credo che la cosa più interessante da sapere per rispondere al nostro interrogativo iniziale è che ci sono due tipidi competenze: le competenze di superficie, più facili da sviluppare e quelle profonde, promuovibili con esperienze positive di gruppo.
La teoria di riferimento per questa distinzione è il cd “modello iceberg della personalità” che la dice lunga sulle competenze.
Tale teoria sostiene che le competenze relative alla conoscenza di determinate discipline o temi specifici, oppure certe capacità cognitive come la capacità di analisi e la capacità concettuale, o ancora le competenze di natura tecnica, costituiscono quella che è la parte emergente dell’iceberg e sono denominate competenze di superficie. Esse si acquisiscono e si sviluppano agevolmente e con una buona formazione professionale si possono anche incrementare.
Altra cosa sono le competenze profonde, rappresentate dalla parte nascosta dell’iceberg.
Si tratta delle motivazioni (moti e spinte interiori che inducono una persona ad agire), l’immagine di sé (atteggiamenti, valori, concetto di sé, autostima, comunicazione interiore), le capacità relazionali (ascolto profondo ed empatia).
Sicuramente sono più difficili sia da riconoscere che da sviluppare.
Proprio su queste competenze dobbiamo concentrare la nostra attenzione.
Quando preparo una Commissione per la selezione di risorse umane, il primo riferimento che indico è quello relativo al “curriculum della scienza del sé” di K.Stone e H.Dillehunt che ho trovato anni fa in appendice al bellissimo libro di Daniel Goleman intitolato “Intelligenza emotiva”.
Il curriculum vitae della scienza del sé, si compone di elementi quali l’autoconsapevolezza, la decisione personale, il controllo dei sentimenti e dello stress, l’ empatia, la sicurezza di sé, la risoluzione dei conflitti ed altre capacità che si riconducono alle competenze profonde.
Nell’esperienza ho riscontrato il valore di una valutazione attenta di tali componenti: una persona altamente motivata sarà disponibile a costruirsi un bagaglio tecnico-pratico, sarà interessata ad apprendere nozioni; una persona consapevole saprà prendere le misure nel contesto professionale in cui sarà inserita, una persona empatica riuscirà a costruire rapporti interpersonali positivi, essenziali per lavorare in team, per risolvere problemi ed elaborare strategie.
E’ sulle competenze profonde che devono scommettere le moderne organizzazioni, ma non solo. Anche il giovane laureato che si accinge all’ingresso nel mondo del lavoro, anche il lavoratore già inserito, anche chi intende riqualificarsi, deve rivolgersi con vivo interesse a queste competenze che sono quelle che riescono a fare la differenza nel mondo aziendale.