La relazione di aiuto
Dott.ssa Sara Mori
L’autrice
La Dott.ssa Sara Mori, nata tra le colline del Chianti alle quali è sempre molto affezionata, si è laureata in Psicologia presso l’Università degli Studi di Firenze ed è iscritta all’albo degli Psicologi della Toscana.
Da alcuni anni lavora con associazioni nel campo della prevenzione e della formazione, con corsi ad adulti ed adolescenti e la facilitazione in gruppi di auto-aiuto. Nel 2007 ha partecipato al tutoraggio per il Master in Comunicazione Banche ed Assicurazioni e in quella occasione ha conosciuto l’associazione Eraclito.
Dopo un’esperienza di stage nelle risorse umane in Gucci Firenze, continua a collaborare nell’ambito dei progetti formativi sul territorio fiorentino (Coordinamento Toscano dei gruppi di auto-aiuto, Enaip Toscana, Ass Aracnos, Cooperativa Arca). La passione per lo studio e la crescita personale la hanno da sempre motivata alla ricerca: attualmente sta effettuando un dottorato di ricerca in “Valutazione dei processi e dei sistemi educativi e formativi” presso l’Università degli Studi di Genova ed è cultrice della materia in “Teoria e Tecniche dei Test” presso la Facoltà di Psicologia di Firenze. Dal 2008 si è iscritta alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva di Firenze.
Nel tempo libero coltiva la passione per la danza, i viaggi, e…il buon vino doc prodotto nell’azienda di famiglia!
Email: morisara@libero.it
Introduzione
Il termine “relazione di aiuto” viene utilizzato in tanti contesti e con diversi propositi. Lo si usa nelle professioni che implicano “il prendersi cura, il take care” (medici, psicologi, infermieri, insegnanti), ma anche nelle molteplici relazioni che si istaurano nella vita quotidiana (genitori-figli, amicizie).
Prima di tutto è importante prendere in considerazione le due parole che formano tale espressione.
Il termine relazione implica un legame tra due elementi, tra due soggetti. In questo senso si intende per relazione un rapporto caratterizzato da un certo grado di intimità e di complicità.
Con la specificazione di “aiuto” viene evidenziato il fatto che essa favorisce un membro della relazione o reciprocamente più membri, nel risolvere uno specifico problema, o più in generale agevolando la crescita e l’espressione di sé: sostanzialmente tale relazione migliora in qualche modo la qualità della vita della persona coinvolta.
Tuttavia non dobbiamo limitare il significato di tale espressione a contesti restrittivi: esso può essere di per sé “un aiuto” a comprendere alcune sfaccettature di molti rapporti che viviamo quotidianamente. Partendo da questi presupposti la relazione di aiuto può infatti essere considerata non solo una prerogativa di alcune professioni o di alcuni ruoli, ma può rappresentare un “valore aggiunto alla professionalità di ciascun soggetto”, una maggiore competenza relazionale e comunicativa, che può risultare utile in molte occasioni” (Di Fabio, 2003).
La relazione di aiuto diviene dunque un “saper essere” in molteplici situazioni concrete della nostra vita: essa diviene una competenza relazionale e comunicativa in grado di facilitare i rapporti di molti contesti quotidiani, tra cui quello lavorativo.