Goleman definisce la motivazione come un piacevole stato della mente che si crea mentre lavoro o svolgo un’attività. Questo ” stato “, chiamato di flusso, mi spinge a svolgere quel compito al meglio, qualunque esso sia!
Dalla zuppa di farro preparata per una cena con gli amici alla scrittura di un testo come quello che sto elaborando.
La mia motivazione?
Tengo alle persone alle quali mi rivolgo, agli amici, a voi uno per uno, a me stessa, al tema che mi avvince, ecco che sono motivata a studiare, approfondire, con l’obbiettivo di fare del mio meglio e lasciare qualcosa di utile.
Il flusso si concretizza quando le mie capacità sono impegnate appieno. Spesso mi capita di passare ore davanti al PC e non mi accorgo del tempo che passa, sono concentratissima, mi sento fuori dal tempo.
SONO IN UNO STATO DI FLUSSO, il flusso è il fattore motivante per eccellenza, amo fare quella attività, mi dedico, entro in quello stato particolare.
Questa è l’essenza della motivazione:
amo fare quella attività.
Naturalmente ognuno di noi trae soddisfazione e piacere per situazioni diverse:
risolvere una pratica di credito, realizzare un bel corso di formazione, lavorare ad un grande progetto sociale, concludere l’inserimento di un nuovo associato, creare una nuova impresa, ricevere e consigliare un imprenditore, risolvere una questione giuridica,restaurare un mobile,curare un ammalato.
Si parla in tal caso di motivazione intrinseca,essa è dentro la situazione, il lavoro è un piacere.
Il flusso incide fortemente sulla concezione di motivazione.
Ma studiando la motivazione, specie quella lavorativa, ci imbattiamo in quelli che vengono denominati fattori estrinseci e sono: INCENTIVI,PROMOZIONI,BENEFIT,BONUS, PREMI ,sono fattori motivanti, ma, credetemi, non i più potenti
Una domanda può chiarire la questione: quando avete portato a compimento un lavoro, vi chiedo quali sono le fonti ultime di soddisfazione per voi?
Studi e ricerche hanno messo in evidenza che :
- la sfida creativa è il fattore più gratificante
- La possibilità di continuare ad imparare è fondamentale
- Molto importanti ma a seguire: orgoglio di portare a termine un lavoro,amicizie,opportunità di aiutare gli altri
- Molto indietro lo status, ancora più indietro, la ricompensa economica.
Questi studi non fanno che specchiare la nostra individuale situazione lavorativa,è sufficiente riflettere un attimo per verificare questi risultati nel nostro vissuto personale.
Se si vuole ottenere prestazioni ottimali in assoluto, i tradizionali incentivi esterni hanno sicuramente un valore ma relativo, per raggiungere il massimo si deve amare ciò che si fa.
NON è un caso che motivazione ed emozione abbiano in comune la stessa radice latina, movere, muovere.
Le emozioni sono il nutrimento della motivazione. Pensateci, una cosa importante che avete fatto, ha preso le mosse da una grande emozione.
Se siamo in uno stato di flusso,tutto sembra facile,ma cosa sta accadendo fisiologicamente?Il flusso costituisce un sostanziale paradosso neurale.
Che significa? Posso essere concentrata in un compito complessissimo e tuttavia il mio cervello opera ad un livello di attività o dispendio energetico minimo.
D’altro canto,quando sono annoiata, apatica, passiva oppure ansiosa, l’attività del cervello è diffusa, i neuroni scaricano in modo diffuso e irrilevante ai fini del compito in corso, diversamente nello stato di flusso in cui il cervello è efficiente e preciso nella sua attività di scarica, complessivamente si abbassa lo stato di risveglio corticale. Questo mi fa capire perchè il tempo scorre velocemente quando svolgo un’attività che mi appassiona e invece un minuto non passa mai quando sono demotivata al compito che “devo” svolgere.
Vorrei provare ad elencare i fattori che possono aiutarci ad alimentare la motivazione per capire di cosa si nutre la nostra motivazione.
- La presenza mentale. Che significa? Capita che la persona che collabora con te non abbia capito quello che cosa deve fare,che sia inconcludente nel suo agire, magari vi sono scadenze da ottemperare. Capita che ci si irriti..di sentirsi la collera salire, alla mente si affaccia una risposta brusca o dichiaratamente acida, capita di iniziare a scrivere una mail pesante…..Esercitando la capacità di essere consapevolmente presente sul posto di lavoro,posso comportarmi diversamente ed aprire un varco positivo alla soluzione del problema in atto. Amplio il mio campo visivo sul problema.Che succede, qualcosa non va?Una domanda gentile, una battuta, un gesto di avvicinamento, un sorriso, uno scambio più chiaro di informazioni e la matassa si dipana.ESSERE PRESENTIL’assenza psicologica è prassi collaudata, vivere il proprio lavoro come una routine, meccanicamente, annoiati, non in sintonia…l’idea è quella di buttare via otto,nove ore di vita, chiaramente non si è attenti a se stessi e di conseguenza agli altri.
- La motivazione aumenta con la curiosità, il desiderio di migliorare, di imparare cose nuove, aggiornarsi, formarsi,accettare nuovi progetti.
- Lo stress positivo , un clima moderatamente pressante fa bene, è una pressione che mobilita all’azione. Una motivazione intensa è un’ondata emotiva,la neurochimica ci insegna. Nel contempo occorre concederci pause di consapevolezza e rilassamento per non subire gli effetti negativi degli eventi stressanti.
- L’autentico e sincero apprezzamento delle altre persone è fattore motivante.