La grafologia ha numerosi indirizzi e campi di applicazione:
- il settore peritale, forse il più conosciuto, per il confronto di firme e/o testi presso i tribunali;
- il settore professionale, di grande utilità nell’orientamento professionale e nella selezione del personale, per far risaltare attitudini e risorse non sempre completamente espresse;
- la grafologia dell’età evolutiva, che offre valido sostegno ai bambini e agli adolescenti già da quando cominciano a tracciare i primi scarabocchi e, in seguito, nel loro cammino scolastico ed evolutivo fino al raggiungimento dell’età adulta, valutando gli aspetti temperamentali, gli stati d’animo, il perché di risultati scolastici insoddisfacenti;
- il settore delle psicopatologie, delicatissimo, in cui dallo studio della scrittura, si possono individuare alcune patologie;
e ancora il rapporto di coppia, l’interazione genitori-figli e ogni campo in cui c’è la necessità di una conoscenza più vera e profonda dell’animo umano.
L’intento di questa scienza umana è dunque conoscere meglio se stessi e gli altri, cogliendo i “segni” della scrittura e valutandoli in un continuo gioco di analisi e sintesi, per fare affiorare non tanto “la verità”, ma piuttosto, come dice I.Conficoni “una voce ben sintonizzata che contribuisce ad inquadrare con rigore i problemi, a stimolare riflessioni e favorire corrette soluzioni”.
Ben si comprende dunque, come la deontologia del grafologo sia simile a quella del medico e dello psicologo: rispetto del segreto professionale, dovere di aggiornamento ed esercizio della professione solo se sono presenti adeguate competenze.
Una disciplina affascinante, che ho imparato ad amare grazie anche alla mia insegnante, Jacqueline Caracciolo, che con delicatezza, con intensità, con grande maestria mi ha introdotto all’osservazione della scrittura e mi ha comunicato il rispetto per ogni manifestazione dell’animo umano.
Venire a contatto con questa disciplina consente di cercare di aprire costantemente la mente e il cuore e di agire un ascolto, quanto possibile attento, al messaggio silenzioso che ogni scrittura, nella sua diversità e particolarità, manda al lettore.
Mi sono avvicinata alla grafologia quasi per caso, senza sapere di dare così ufficialmente inizio ad un cammino volto a soddisfare il desiderio che da anni custodivo dentro di me, e che solo una volta avevo espresso ad un amico, con chiarezza ma senza vera consapevolezza:
“Io voglio capire gli altri”.