Il San Carlo dalla sua fondazione (anno 1737) fino al commissariamento(1)
Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. […] Non c’è nulla, in tutta Europa che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea.
(Stendhal, 1817)
Il Real Teatro di San Carlo, più noto come Teatro San Carlo, è il teatro lirico della città di Napoli, uno fra i maggiori del mondo. È il più antico teatro d’opera europeo (2) , fra quelli oggi esistenti, e uno tra i più grandi teatri italiani. Riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, può ospitare tremila spettatori e conta cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo, più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico lungo circa trentacinque metri.
Dal 1º ottobre 2011 (3) il Real Teatro ospita il MEMUS (acronimo di “memoria” e “museo”), museo storico nel quale si espongono opere d’arte (quadri, fotografie, strumenti musicali, costumi, documenti d’epoca, un archivio musicale audio ed anche una delle immagini video) che ripercorrono la storia del san Carlo stesso e dell’opera italiana in generale. Il museo inizia con il percorso storico voluto da Carlo di Borbone nell’adiacente residenza reale, dalla quale si accede al teatro, visitando storici ambienti non visibili né se si accede al palazzo reale, né al san Carlo come spettatore.
Storia
Il teatro sorge addossato al lato Nord del Palazzo Reale, col quale è comunicante mediante una porta che si apre proprio alle spalle del Palco Reale, in modo che il Re potesse recarsi agli spettacoli senza dover scendere in strada. Costruito in soli 6 mesi nel 1737 per volontà di Carlo I di Borbone su progetto di Giovanni Antonio Medrano, fu inaugurato con l’opera Achille in Sciro di Domenico Sarro e libretto di Pietro Metastasio. A Domenico Sarro vennero pagati, con apposita polizza emessa nel Dicembre del 1737, 220 ducati “in soddisfazione della composizione del prologo ed opera in musica intitolata Achille in Sciro che si è rappresentata nel Teatro Reale di San Carlo il dì 4 Novembre prossimo passato”.
Nel 1767 Ferdinando Fuga esegue gli interventi di rinnovamento in occasione del matrimonio di Ferdinando IV con Maria Carolina e nel 1778 ridisegna il boccascena. Nel frattempo, nel 1770 era stato ospite del teatro (solo come spettatore) il giovane Mozart. Trent’anni più tardi, nel 1797, si esegue un restauro delle decorazioni della sala ad opera di Domenico Chelli (4).
Fu ricostruito in soli 6 mesi su progetto dello stesso Antonio Niccolini, dopo un incendio che lo distrusse nella notte del 13 febbraio 1816. La nuova sala fu inaugurata il 12 gennaio 1817 con la cantata Il sogno di Partenope di Giovanni Simone Mayr, già presente al San Carlo con altri lavori, tra cui Medea in Corinto (28 novembre 1813). La presenza di Mayr, come quella di Rossini, si doveva essenzialmente al lombardo Domenico Barbaja, il più grande impresario d’Italia e forse d’Europa. Lo stesso Rossini, dal 1815 al 1822, divenne direttore musicale del teatro che, in quel periodo, visse una delle sue stagioni più importanti e prolifiche. Successivamente l’incarico fu attribuito, tra gli altri, a Gaetano Donizetti, direttore artistico dal 1822 al 1838, che tra il 1823 e il 1844 vi presentò ben 16 opere in prima esecuzione.
Nel 1860 con l’unità d’Italia comincia un lungo periodo di decadenza e abbandono del teatro.
Il 27 marzo 1969 il gruppo scultoreo niccoliniano della Partenope, presente sull’acroterio centrale del frontone della facciata principale, si sgretola a seguito delle infiltrazioni causate dalla pioggia e viene parzialmente rimosso. Nei primi anni ’70, dopo un incendio della copertura, si rimuove anche quanto sopravvissuto dell’originale gruppo scultoreo in muratura e stucco. L’11 giugno 2007, dopo otto lustri, la Triade della Partenope ricostruita, finalmente è tornata ad ergersi sulla sommità dell’edificio, grazie all’iniziativa dell’Associazione Culturale Mario Brancaccio, su progetto di ripristino dell’architetto Luciano Raffin. Il 23 gennaio 2009 il Teatro di San Carlo è stato restituito alla città, dall’impresa che ha curato la prima fase dei lavori di ristrutturazione e restauro, durata cinque mesi (da luglio 2008 a dicembre dello stesso anno) e coordinati dall’architetto Elisabetta Fabbri. È stato costruito un nuovo Foyer al di sotto della sala teatrale; la sala stessa è stata restaurata, con la completa pulizia di tutti i rilievi decorativi, gli ori, le cartepeste e le patine meccate ed è stato inoltre aggiunto un impianto di climatizzazione, per il quale il flusso dell’aria è immesso nella platea attraverso una bocca posizionata al di sotto di ognuna delle 580 poltrone, ed in ogni singolo palco della sala. Il restauro della tela di 500 metri quadrati, posta a decoro del soffitto della sala, ha richiesto l’impiego di circa 1500 chiodi e 5000 siringate per il fissaggio della pellicola pittorica. Inoltre sono state interamente sostituite le poltrone della platea, la quale ha subito anche un intervento per il miglioramento della visuale degli spettatori e dell’acustica, già giudicata straordinaria prima dell’intervento (5).
L’orchestra Sancarliana (6)
L’Orchestra del San Carlo nasce insieme alla Fondazione nel 1737 per eseguire l’Achille in Sciro, opera inaugurale del teatro; negli anni ha sempre avuto un’impostazione teatrale, destinata a prime rappresentazioni di opere scritte, tra gli altri, da Gioacchino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. In particolare la solo ed unico Quartetto d’archi di Verdi fu composto per l’Orchestra del massimo napoletano, il cui manoscritto è ancora oggi conservato presso il Conservatorio di San Pietro a Majella. Se fino alla fine dell’Ottocento al San Carlo si sono susseguiti ospiti solisti e complessi ospiti (spesso stranieri), è nel 1884 che comincia la tradizione sinfonica, con la direzione di un giovane Giuseppe Martucci che eseguì un programma composto da musiche di Weber, Saint-Saëns e Richard Wagner. Da Martucci si susseguono grandi direttori come Arturo Toscanini (1909), Victor De Sabata (1928), e compositori come Ildebrando Pizzetti e Pietro Mascagni. L’8 gennaio 1934 è Richard Strauss a dirigere l’ensemble del Teatro, con l’esecuzione di brani esclusivamente di propria composizione.
Dopo la seconda guerra mondiale, a dirigere l’Orchestra si susseguono assiduamente nomi quali Vittorio Gui, Tullio Serafin, Gabriele Santini, Gianandrea Gavazzeni fra gli italiani e Karl Böhm, Ferenc Fricsay, Hermann Scherchen, André Cluytens, Hans Knappertsbusch, Dmitri Mitropoulos fra gli stranieri, con Igor Stravinskij nell’ottobre del 1958. Il decennio successivo vede invece la direzione di due giovani emergenti: Claudio Abbado al suo esordio nel 1963 e Riccardo Muti nel 1967 (7).
Il San Carlo è il primo teatro italiano a recarsi all’estero, dopo la seconda guerra mondiale (la quale comunque lo lascia strutturalmente quasi intatto, come del resto tutta la città che fu poco coinvolta nei bombardamenti). Nel 1946 l’ensemble è al Covent Garden di Londra, nel 1951 al Festival di Strasburgo ed all’Opéra di Parigi per le celebrazioni dei 50 anni dalla morte di Verdi. Oltre a ciò, dopo il Festival delle Nazioni a Parigi nel 1956, e quello di Edimburgo nel 1963, il San Carlo inizia un tour brasiliano nel 1969 (8); inoltre è a Budapest nel 1973, a Dortmund nel 1981, a Wiesbaden nel 1983, 1985 e 1987, oltre che con Flaminio di Giovanni Battista Pergolesi a Charleston ed a New York, negli Stati Uniti.
Negli anni Ottanta l’Orchestra ha Daniel Oren come punto di riferimento stabile, specie per quanto riguarda il comparto operistico. Nel decennio successivo si assiste ad una ripresa dell’attività sinfonica, in collaborazione con Salvatore Accardo, testimoniata da presenze, tra gli altri, come Giuseppe Sinopoli nel 1998, e Lorenzo Maazel nel 1999 per una Nona di Beethoven particolarmente apprezzata ed applaudita.
Negli ultimi dieci anni inoltre si susseguono sul podio direzioni quali quelle di Georges Prêtre, Rafael Frühbeck de Burgos, Mstislav Rostropovic, Gary Bertini, Djansug Khakidze e Jeffrey Tate (che ha assunto la carica di direttore musicale del teatro dal maggio 2005). Oltre a Tate, il San Carlo ha visto la direzione musicale di Bertini nella stagione 2004-2005, e di Gabriele Ferro dal 1999 al 2004. Con lo stesso Ferro il San Carlo porta il dittico stravinskiano Preséphone-Œdipus Rex nell’antico teatro di Epidauro in Grecia, esibendosi con un casti composto tra gli altri da Gérard Depardieu e Isabella Rossellini. Nel giugno 2005 è in Giappone, a Tokyo e Otsu, con Luisa Miller e Il Trovatore di Verdi, e nell’ottobre dello stesso anno a Pisa con le Cantate per San Gennaro (con la revisione musicale di Roberto De Simone), ospite del Festival Internazionale della Musica Sacra “Anima Mundi”. L’Orchestra ha inoltre contribuito alla doppia vittoria, nel 2002 e nel 2004, del prestigioso Premio Abbiati assegnato dalla critica musicale italiana: «…Jeffrey Tate ha conseguito dall’Orchestra disciplina cameristica e slanci romantici».
Prime assolute (9)
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- Achille in Sciro di Domenico Sarro (4 novembre 1737)
- Medea in Corinto di Giovanni Simone Mayr (28 novembre 1813)
- Elisabetta, regina d’Inghilterra di Gioachino Rossini (4 ottobre 1815)
- Armida di Rossini (11 novembre 1817)
- Mosè in Egitto di Rossini (5 marzo 1818)
- Ricciardo e Zoraide di Rossini (3 dicembre 1818)
- Ermione di Rossini (27 marzo 1819)
- La donna del lago di Rossini (24 ottobre 1819)
- Maometto II di Rossini (3 dicembre 1820)
- Zelmira di Rossini (16 febbraio 1822)
- Alfredo il Grande di Donizetti (2 luglio 1823)
- L’ultimo giorno di Pompei di Giovanni Pacini, (19 novembre 1825)
- Bianca e Gernando di Vincenzo Bellini (30 maggio 1826)
- Elvida di Donizetti (6 luglio 1826)
- L’esule di Roma di Donizetti (1 gennaio 1828)
- Il paria di Donizetti (12 gennaio 1829)
- Elisabetta al castello di Kenilworth di Donizetti (6 luglio 1829)
- I pazzi per progetto di Donizetti (6 febbraio 1830)
- Il diluvio universale di Donizetti (6 marzo 1830)
- Imelda de’ Lambertazzi di Donizetti (5 settembre 1830)
- Francesca di Foix di Donizetti (30 maggio 1831)
- Fausta di Donizetti (12 gennaio 1832)
- Sancia di Castiglia di Donizetti (4 novembre 1832)
- Lucia di Lammermoor di Donizetti (26 settembre 1835)
- L’assedio di Calais di Donizetti (19 novembre 1836)
- Roberto Devereux di Donizetti (28 ottobre 1837)
- Elena da Feltre di Saverio Mercadante (1 gennaio 1839)
- La Vestale di Saverio Mercadante (10 marzo 1840)
- Caterina Cornaro di Donizetti (18 gennaio 1844)
- Alzira di Giuseppe Verdi (12 agosto 1845)
- Poliuto di Donizetti (30 novembre 1848)
- Luisa Miller di Verdi (8 dicembre 1849)
- Medea di Saverio Mercadante (1 marzo 1851)
- Gabriella di Vergy di Donizetti (29 novembre 1869)
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Al San Carlo si sono svolte, inoltre, alcune prime mondiali di teatro di prosa (Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo, 1945) e cinematografiche (La Bibbia di John Huston, 1966). Nel 2012 nel Teatro si terrà la prima mondiale di Wild Salomè, diretto da Al Pacino.
(1) Carlo Raso – NAPOLI, GUIDA MUSICALE – Franco Di Mauro, 2004
(2) www.teatrosancarlo.it
(3) http://www.teatrosancarlo.it/it/area-press/1081-memus.html
(4) Scenografo fiorentino (1746-1820), attivo al San Carlo dal 1782. Sue anche le decorazioni del Teatro San Ferdinando, costruito in via Foria nel 1790-91
(5) http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_San_Carlo
(6) http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_San_Carlo
(7) Lo stesso Maestro Muti, più volte negli ultimi anni ha diretto concerti nel Massimo Napoletano. Ultimo dei quali il Concerto di Capodanno 2011, evento a cui partecipò anche il Presidente della Republbica Giorgio Napolitano.
(8) Tour di cui si parla, senza però nominare il Teatro Napoletano, nel celebre libro di Jorge Amado Dona flor e i suoi due mariti.
(9)Carlo Marinelli Roscioni (a cura di) – IL TEATRO DI SAN CARLO – Guida, 1987