Per definire i due concetti di Economia e di Comunione partiamo dalle definizioni:
Economia deriva dal greco e dall’unione di due parole:
Oikos era la parola per rappresentare un nucleo familiare che viveva sotto lo stesso tetto e di conseguenza era usato anche per indicare la famiglia che in esso viveva e da qui il significato più moderno di famiglia.
Nomos è nato invece come termine per indicare le consuetudini e i costumi ed in seguito (dal V secolo a.C.) la legge dell’uomo e da qui il suo significato moderno di norma o legge.
Ecco perché molti parlano di Economia come di gestione della casa, intesa non tanto come edificio ma come regolazione dei rapporti e dei beni necessari alla famiglia che vi vive per il proprio sostentamento e per far sì che tutti possano avere accesso alle risorse ed utilizzarle in modo equo.
Se poi consideriamo vari nuclei di abitazioni e quindi di famiglie arriviamo alla società, dunque i rapporti che regolano la gestione dei beni e dei servizi diventano più complessi ma il principio alla base resta lo stesso: stabilire delle norme comuni affinché tutti abbiano ciò di cui necessitano secondo equità (o equa gestione se parliamo di risorse) e giustizia (intesa in questo caso come corretta applicazione delle norme comuni).
Su un piano ipotetico ciò potrebbe sembrare sufficiente, ma se immaginiamo una società basata sulla gestione patriarcale ci rendiamo conto che saranno i capifamiglia a prendere le decisioni e a decidere le norme da applicare e quindi le persone più deboli avranno difficilmente voce in capitolo.
Riportando il discorso ai giorni nostri il piano si può complicare notevolmente ma il concetto di base resta lo stesso: ci sono persone che per ragioni varie non hanno accesso alle risorse primarie necessarie al proprio sostentamento o a ciò che viene reputato il minimo indispensabile per condurre una vita dignitosa.
Ecco quindi sorgere il dubbio: è possibile immaginare un concetto di economia in cui tutti possano avere accesso alle risorse e partecipare alla vita sociale?
Comunione deriva dalla parola latina communio per tradurre il greco koinonìa ed indica due concetti:
- Condivisione con altri della titolarità di un diritto o comproprietà di un bene
- Partecipazione intima, spirituale
Koinonia fa parte del gruppo di vocaboli che hanno la loro matrice in « koinon ».
Essi sono: koinonos, sostantivo che significa compagno, socio; con questo termine viene espressa la partecipazione, la comunione con qualcuno o qualcosa. Infatti l’economia è il fatto di mettere qualcosa in comune e a disposizione di tutti.
Poi, il verbo koinonéo, che significa aver parte con qualcuno o qualcosa. Quindi prendere parte al processo di condivisione, in quanto parte attiva.
Per koinè si intende un’ affinità, unità, convergenza di situazioni storico-culturali in una determinata area o comunità, differenziata invece sotto altri aspetti (sociali, politici, ecc.) e veniva usato soprattutto per indicare l’unione di più popoli in una comune cultura o religione.
Il termine Koinon ha molti significati, ma significa principalmente un’unione di persone, dalle associazioni di artigiani all’unione di popoli a scopo politico o religioso e per estensione anche comune, nel senso di qualcosa che riguarda una comunità di persone, o uno stato.
Koinonos indicava invece il socio d’affari, mentre koinonia si usa per denotare una stretta comunanza di vita, quale ad esempio nel matrimonio. Koinonia è un sostantivo astratto che indica la partecipazione e la comunanza: esprime un rapporto reciproco e può significare che la partecipazione può essere concessa o ricevuta.
Ma anche l’amicizia è un’altra forma di comunanza per i greci. Essa comporta che si sia pronti a far parte all’amico dei propri beni.
Ecco dunque notare come sin dall’antica Grecia fosse nato il principio di trovare un modo per intervenire mettendo i propri beni a disposizione di un amico in difficoltà e con koinonos il socio d’affari.
Quindi è possibile immaginare una correlazione tra gli agenti dell’economia secondo principi etici di equità e giustizia e con un principio di koinonia, ovvero di aiuto dei membri della propria comunità affinché abbiano parità di accesso alle risorse ma anche nel senso di aiuto materiale in caso di bisogno.
Oggi con la globalizzazione siamo tutti parte della stessa comunità ed è quindi necessario pensare di allargare questi principi affinché tutti possano vivere ed operare avendo libero accesso a risorse, informazioni, mezzi e conoscenze.
Ecco però che con il mercato globale gli aspetti di una singola comunità riguardano tutti e le necessità del singolo risultano essere simili in tutto il pianeta, motivo per cui nasce l’idea di ripensare l’economia secondo valori più profondi.
Cosa significa dunque oggi la comunione, intesa come insieme di regole e benefici riguardanti un gruppo di persone? E come estenderla su un piano più ampio capace di includere tutti?